Satira, questa sconosciuta

Bene, dopo il succinto angolo legale di ieri, un altro piccolo approfondimento sempre a tema, vedi mai che chi ha sognato invano per tutta la vita di finire nell'ordine in cui figurano professionisti e geni come Fede, Mentana, Lecciso, Vespa, Costanzo, etc, magari impari qualcosina per fingersi giornalista un po' meglio.

La scorsa volta abbiamo parlato dell'affatto labile confine tra diffamazione e diritto di cronaca, vedendo che qualcuno propende, 3 punti su 3 cannati, nettamente a favore della prima.

Può invece lei minacciarci di tutto solo per percularla, senza dire il falso o fare alcunché di penale? Direi di no, vista la stessa fonte:

Il diritto di satira


Anche la satira è configurabile come diritto soggettivo di rilevanza costituzionale; tale diritto rientra a pieno titolo dunque nell'ambito di applicazione dell'art. 21 Cost. che tutela la libertà dei messaggi del pensiero. Secondo la definizione offerta della giurisprudenza di legittimità, la satira comunque si esprima e, cioè, in forma scritta, orale, figurata, costituisce una critica corrosiva e spesso impietosa basata su una rappresentazione che enfatizza e deforma la realtà per provocare il riso (anche, ad esempio, attraverso la caricatura).


La peculiarità della satira, che si esprime con il paradosso e la metafora surreale, la sottrae al parametro della verità e la rende eterogenea rispetto alla cronaca; a differenza di questa che, avendo la finalità di fornire informazioni su fatti e persone, è soggetta al vaglio del riscontro storico, la satira assume i connotati dell'inverosimiglianza e dell'iperbole per destare il riso e sferzare il costume (Cass., sez. III, 8 novembre 2007, n. 23314).


In definitiva, la satira si presenta come la riproduzione ironica e non cronaca di un fatto; essa esprime un giudizio che necessariamente assume connotazioni soggettive ed opinabili, sottraendosi ad una dimostrazione di veridicità.


Incompatibile con il parametro della verità, la satira è, però, soggetta al limite della continenza e della funzionalità delle espressioni adoperate rispetto allo scopo di denuncia sociale perseguito.


Sul piano della continenza, è stato affermato - soprattutto dalla giurisprudenza - che la satira, al pari di ogni altra manifestazione del pensiero, non può infrangere il rispetto dei valori fondamentali della persona, per cui non va riconosciuta la scriminante di cui all'art. 51 c.p. per le attribuzioni di condotte illecite o moralmente disonorevoli, gli accostamenti volgari o ripugnanti, la deformazione dell'immagine in modo da suscitare disprezzo o dileggio (Cass. pen., sez. V, 2 dicembre 1999, n. 2128; Cass. civ, 7 novembre 2000, n. 14485), più particolarmente è stata esclusa la scriminante nella satira che, trasmodando da un attacco all'immagine pubblica del personaggio, si risolva in un insulto gratuito alla persona in quanto tale (Cass. pen., sez. V, 11 maggio 2006, n. 23712) o nella rappresentazione caricaturale e ridicolizzante di alcuni magistrati posta in essere allo scopo di denigrare l'attività professionale da loro svolta attraverso l'allusione a condotte lesive del dovere funzionale di imparzialità (Cass. pen., sez. V, 4 giugno 2001, n. 36348).

Dunque, appurato che quanto qui satiricamente riproposto non solo rientra quasi sempre nei canoni della verità (e quando li manca è ben intellegibile), ma si tratta anche di un'attività che sicuramente NON trasmoda la minima immagine pubblica di un personaggio che già è caricaturale nel suo stesso modo di fare, abusando di termini aulici e facendo un uso di locuzioni e cognizioni, a volte perfino in altre lingue, che le procurano un dileggio che mai potremmo emulare per portata.

Ma andiamo oltre, resta da discutere un ultimo punto:
Il diritto di critica


Infine, anche il diritto di critica è una forma del diritto di manifestazione del pensiero sancito dall’art. 21 della Costituzione. Tuttavia, così come per il diritto di cronaca e per il diritto di satira, anche il diritto di critica va esercitato entro limiti ben precisi perché possa invocarsi la causa di giustificazione dell’esercizio di un diritto, ai sensi dell’art. 51 c.p. Il diritto di critica si concretizza nell'espressione di un giudizio o, più genericamente, di un'opinione che sarebbe contraddittorio pretendere rigorosamente obiettiva, posto che per sua natura la critica non può che essere fondata su un'interpretazione necessariamente soggettiva di fatti e comportamenti (Cass., sez. III, 8 novembre 2007, n. 23314). È bene ricordare che il diritto di critica richiede un margine di tolleranza più ampio rispetto al diritto di cronaca, in quanto vengono in considerazione l'interesse pubblico alla conoscenza dei fatti ed alla valutazione dei comportamenti e delle scelte che interessano la collettività, e l'utilità sociale della discussione in materia.


Secondo la dottrina (DELPINO, Diritto penale, parte speciale, XVI ediz., Napoli, 2008), il limite essenziale del diritto di critica è costituito dal principio del neminem laedere per effetto del quale la critica deve:
a) mantenersi entro il limite della correttezza del linguaggio da usare in ogni forma di manifestazione del pensiero;
b) rispettare gli altrui diritti, tra cui quelli della reputazione, del decoro, della onorabilità di ogni persona fisica o giuridica.


Per essere legittima e prevalere sul diritto alla reputazione dei singoli il diritto di critica deve quindi essere esercitato entro limiti oggettivi fissati dalla logica concettuale e dall'ordinamento positivo.


Secondo l’indirizzo giurisprudenziale occorre un bilanciamento dell'interesse individuale alla reputazione con quello alla libera manifestazione del pensiero costituzionalmente garantito; bilanciamento da ravvisarsi nell'interesse dell'opinione pubblica alla conoscenza non del fatto oggetto di critiche, che è presupposto da essa ed è perciò fuori di essa, bensì di quella determinata interpretazione del fatto (Cass. 22 gennaio 1996, n. 465; Cass. 25 luglio 2000, n. 9746).


Nell'esercizio del diritto di critica si possono adoperare espressioni di qualsiasi tipo che si risolvano in lesione dell'altrui reputazione, purché siano funzionali alla manifestazione di dissenso ragionato dall'opinione o dal comportamento altrui; non sono, invece, ammessi apprezzamenti negativi che degradino in gratuita aggressione distruttiva della reputazione, discreditando la vita altrui in qualcuna delle sua manifestazioni essenziali (Cass. 7 novembre 2000, n. 14485).

Che dire: ci sembra proprio di usare un linguaggio ed un registro sicuramente meno offensivo di quello di chi ci accusa; non saremo del tutto neutri, ma mai abbiamo messo su file dal nome analogo a "lulazoccola.log", per chi ricorda i primi tempi delle crociate; come già detto sopra non ci pare proprio di ledere alla reputazione di chi, magari ignaro di farlo, è il primo a farla a brandelli, rendendosi ridicolo mentre parla di cose che ignora in toto.

Il bilanciamento di cui parla questo articolo, inoltre, sarebbe inolte garantito dal fatto che a fronte di una serie di ingiurie MAI una singola volta comprovate, se non FORSE nella mente della scrivente (e ripetiamo il FORSE, visto che abbiamo l'impressione a volte manco lei creda a quello che dice o fa), noi ci limitiamo semplicemente a dire "eh, no gente! Qui ci viene detto che noi siamo A, ma guardate che secondo noi le cose stanno B".

Non ci risulta che questo blog sia mai andato sui binari dell'insulto gratuito ed ingiustificato (e non siamo nemmeno noi a scorgere ovunque le avanguardie di fantomatiche "orde pedofile" che ormai annovererebbero circa il 95% della razza umana, a dirla tutta), ragion per cui saremo lieti di continuare a fare satira, critica o più semplicemente dire la nostra sinché qualcuno che di diritto ne sappia più di noi non sancirà il contrario.

Buon Biagio a tutti :)!

Commenti

Anonimo ha detto…
Tu la chiami satira diffamare senza posa una persona per bene?

Io la chiamerei delinquenza e tu bird sei senile e niente affatto divertente.

Quanto ti paga la società del porno e l'avvocato che con la diffamazione a scopo pubblicitario sulle spalle di luridana ha preso l'incarico della baia?

Buffone.
Anonimo ha detto…
Il diritto di satira si esercita se sei un attore: tu Bird sei un laureato nel settore marketing.

Vuol dire che crei la pubblicità, ed in questo caso si vede bene che la pubblicità è per un sito della pornografia commerciale.

Finite in galera, garantito.
Anonimo ha detto…
Concordo con anonimo.

Inventare le relazioni della luridana sembra una campagna pubblicitaria e non ci sono dubbi sul genere sessuale.

L'ideale campagna marketing per una società della pornografia.

Sarà interessante quando una società che di mestiere offre sesso e incontri, racconterà che tutto lo schifo che ha prodotto ai danni della luridana era per la realizzazione sentimentale del pubblicitario loro dipendente.

Andate romanticamente in galera, concordo con gli altri anonimo.
Nina77 ha detto…
...perculamento e pignoramento...

"Tu la chiami satira diffamare senza posa una persona per bene?"
Quale sarebbe la persona per bene?

"Io la chiamerei delinquenza..."
Io quello della Morandi lo chiamo bullismo virtuale...

"Tu bird sei senile"
Una che ripete le stesse cose su 20 blog non lo è...

"quanto ti paga la società del porno e l'avvocato bla bla bla?"
Ma secondo i suoi neuroni ischemici abbiamo così disperatamente bisogno di soldi che per prenderla per il culo ci dobbiamo far pagare? E poi quella barbona è lei...non noi!

"Buffone"
Vacca in menopausa!

"Il diritto di satira si esercita se sei un attore"
Il diritto di cronaca se si è giornalisti...lei è giornalista? Naaaaaaa

"Finite in galera, garantito"
Ha avuto qualche telegramma fasullo che conferma la sua tesi? Oppure adesso è diventata anche super mega gran figl di putt lup mann Magistrato?

"Inventare le relazioni della luridana bla bla bla..."
Ah sì...perchè siamo NOI che vantiamo incontri con De Magistris, Spalleggiamenti da parte dell'Onorevole Pagano,i favori che le devono Colombo e tutta la magistratura milanese...ehhh sì...colpa nostra e delle manie di grandezza...

Ma vada a lavare i cessi che almeno fa qualcosa di utile...

Perculamento e pignoramento...ma non patteggiamento! hihihihi
Anonimo ha detto…
Ti sei scordata di perculare la parte migliore: "concordo con anonimo", tutti messaggini scritti allo stesso modo a distanza di pochi minuti l'uno dall'altro, che pietà e che tristezza FAREBBE immaginare chi si raddoppia le personalità solo per sentirsi meno isolata...
Biagio il Mistico ha detto…
ahahahha che inutile essere... si spalleggia da sola XD
Anonimo ha detto…
Concordo con anonimo... ROTFL...
Anon con concorda.
Nina77 ha detto…
IO concordo con Third (che sarei io...) e anche con Biagio (che sarei sempre io) e anche con Nina77 (che non sa più chi sia...)

per il resto...l'anonimo ischemico può anche baciarmi il culo...
Dixit!

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